Terrario

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Versione del 20 set 2010 alle 07:47 di Er Biconzo (discussione | contributi) (Metodi d’illuminazione)

Descrizione

Il terrario è un ambiente chiuso o semichiuso, in vetro o plexiglass dove alloggiamo per parte o tutto l’anno, le nostre piante. Per essere funzionale, esso deve simulare le caratteristiche ambientali che si svolgono in natura attorno alla pianta che cerchiamo di coltivare.


Tipi di terrario

Per la coltivazione di piante carnivore esistono fondamentalmente 3 tipi di terrario, i cui nomi (ed i microclimi interni) prendono spunto dai 3 tipi fondamentali di Nepenthes: ovvero le Highland (che vivono in zone tropicali montane tra i 1500 ed i 2000m s.l.m), le Lowland (che vivono al di sotto dei 1000m s.l.m, e le Intermedie (che vivono tra i 1000 ed i 1500m s.lm.).

  • Un terrario Highland (di montagna) deve ricreare condizioni simili a quelle che si hanno in zone montana tropicali, quindi con temperature non troppo alte di giorno (mai oltre i 30 gradi) ed un evidente sbalzo termico durante la notte (115 gradi notturni sarebbero l'ideale).

Ovvio che questo terrario non necessita di cavetto riscaldante (vedi oltre), e darà il meglio di sè in autunno-inverno, essendo molto più facile tenere la temperatura interna controllata.

  • Un terrario Lowland (di pianura) dovrà ricreare condizioni simili a quelle che si hanno nelle zone di pianura dei tropici: quindi condizioni di umidità elevatissime (meglio se al di sopra del 90%) e temperature pressoché costanti giorno e notte (26 gradi è la media ideale).

Questo terrario è il più facile da allestire, giacchè durente l'inverno potremo elevare la temperatura interna tramite sistemi di riscaldamento, e durante l'estate le piante all'interno tollereranno bene anche picchi di 35 gradi. Per aumentare l'umidità, nel caso fosse necessario, si può usare un umidificatore ad ultrasuoni.

  • Un terrario Intermedio (di collina) sarà un terrario di compromesso, con condizioni intermedie tra lowland ed highland che ci darà modo di coltivare discretamente molti Generi e specie diverse, anche se ovviamente non si potrà eccellere in ogni coltivazione.

Questi terrari naturalmente non saranno vincolanti per coltivare esclusivamente alla coltivazione delle Nepenthes, ma ecco che in un terrario Highland potremo coltivare anche le Heliamphore e molte Drosere tropicali, in un terrario lowland potremo coltivare con successo le Drosere del Queensland e la maggior parte delle Drosere tropicali e subtropicali.

Le componenti

Cominciamo a parlare delle componenti di un terrario:


Dimensioni del terrario

La scelta della vasca deve essere ben ponderata e deve rispettare alcuni parametri, più funzionali che estetici. E' ovvio che scegliendo un terrario molto alto (60-80 cm) avremo la possibilità di far crescere molto le Nepenthes, ma in questo modo sorgerà il problema di fornire la giusta quantità di luce alle parti più basse del terrario, che saranno lontane dai neon e spesso ombreggiate dalle foglie delle piante più alte. La grandezza della vasca è direttamente correlabile alla quantità di illuminazione da fornire. Il discorso nasce dalla diversità soggettiva che hanno le piante in termini di fabbisogno di luce ai fini foto sintetici. Esistono piante che necessitano di più ore di luce come esistono piante che necessitano di meno ore: un buon compromesso di luce è comunque di 12-14 ore di luce al giorno. La quantità di luce da fornire, si calcola con un’operazione quanto mai semplice, basandoci sul calcolo del volume: basta moltiplicare le 3 dimensioni della vasca e dividerle per 1000. Se ad esempio possediamo una vasca delle dimensioni: 80 lunghezza x 40 di profondità x 40 di altezza, avremo una capacità di circa 128 litri (unità di misura del volume). L’operazione è 80x40x40 = 128000/1000 = 128 litri


Illuminazione del terrario

La scelta dell’illuminazione, basata sulla quantità e sulla qualità della luce da fornire. Una volta calcolata la capienza della vasca, dobbiamo scegliere, di conseguenza l’illuminazione. Una buona illuminazione si ha quando il numero dei watt assorbiti dalla lampada è pari al numero di litri della vasca. Quindi un’ottima illuminazione per la nostra vasca immaginaria da 128 litri è 128 watt. Questi calcoli provengono da discorsi di natura acquariofila, dove si deve oltrepassare la colonna d’acqua che sottosta alla plafoniera. Ecco perché si necessita di così tanta luce; nel terrario è sufficiente un rapporto watt/litro di 0.8, circa 100 watt nel nostro terrario immaginario. Questa è la regola generale per calcolare la quantità luce per i nostri terrari.


Riscaldamento terrario

Il riscaldamento all’interno del terrario dipenderà dal tipo di terrario che avremo scelto. Esistono in commercio diversi modelli di termo riscaldatori, da quelli longilinei a forma di cilindro, ai cavetti riscaldanti. Il migliore per il terrario è, senza dubbio, il cavetto, da posizionare sotto uno strato di torba più per una questione estetica che funzionale. Esso garantisce un migliore ricircolo dell’aria calda rispetto al termo riscaldatore “a penna”, visto che il primo va siliconato o sistemato sul fondo con ventose, e, visto che l’aria calda è più “leggera” rispetto a quella fredda, tende a salire uniformemente, riscaldando tutta la vasca.

La scelta della vasca

In commercio ci sono centinaia di modelli di terrari, da quelli ad anta scorrevole, a cubi semichiusi, passando per gli acquari riallestiti a terrari. La scelta, come detto prima, deve essere ponderata in base alla scelta dell’illuminazione, visto che le plafoniere che circolano in commercio, hanno misure standard pre impostate. Se si opta per la plafoniera esterna, è d’obbligo andare per vasche di una certa misura. Le dimensioni, riguardanti la lunghezza, consigliate in questi casi sono: 40 centimetri, ossia vasche da 30-40 litri 60 centimetri, ossia vasche da 60-80 litri 80 centimetri, ossia vasche da 80-120 litri 100 centimetri, ossia vasche da 100-180 litri 120 centimetri, ossia vasche da 230-350 litri

Si nota che con l’aumentare dei centimetri della lunghezza, aumenta il range di capienza delle vasche, questo perché, aumentando anche uno o più degli altri due parametri (larghezza e altezza), aumenta esponenzialmente anche il volume. Se si posseggono terrari più piccoli, si possono adoperare altri metodi, che analizzeremo più avanti.

Metodi d’illuminazione

I nostri terrari necessitano di luce, ed è possibile fornirla in diversi modi. La migliore alternativa possibile per le nostre carnivore è senza dubbio il sole, ma la ricerca e la tecnologia, hanno compiuto passi avanti tali, da proporre un’ampia scelta di metodi altamente performanti. Senz’ombra di dubbio, la migliore opzione sono le lampade HQI, ossia le lampade ad alogenuri metallici, i classici faretti da stadio. Le gradazioni commerciabili non sono parecchie, si va dai 3000K, ai 5200K ai 6500K, ma avendo un elevatissimo indice di resa cromatica (RA), è possibile usare anche solo una gradazione, con risultati spettacolari. Un punto di forza (che potrebbe anche essere un punto debole), è che questi faretti non necessitano di plafoniera alla quale agganciarsi, ma si fissano sospese dal tetto. Ciò consente di montarle su qualunque terrario. Il punto debole di questo tipo di illuminazione è solo il prezzo, visto che la spesa iniziale può variare dai 150 ai 300€. Inoltre è possibile non rispettare il rapporto 0.8 watt/litro di cui prima, potendo scendere anche sui 0.5 w/l.

Non molti posseggono questo sistema di illuminazione, e la maggior parte dei terrariofili (e non solo), monta plafoniere T8 o T5, le migliori in termini di rapporto resa/costo. Adesso ci si ricollega col discorso plafoniere accennato sopra. In commercio la lunghezza delle plafoniere è standard, con un margine di varianza di 5 centimetri, dovuto alla regolazione dei bracci di ancoraggio.


Esistono T5 o a risparmio energetico con attacco E27 (il classico attacco grande delle lampadine da casa), ma anche plafoniere T8: queste ultime sono da sconsigliare in caso di acquisto sul nuovo (ma se già le avete da parte, o potete averle a pochi soldi usate da un amico che sta smantellando il sua acquario ben venga), visto che oltre ad essere diventate obsolete con l’introduzione delle nuove T5, la loro lunghezza è maggiore alle T5 a parità di wattaggio anche del 30-40%. Quindi, oltre ad essere più lunghe e larghe(come spiegato nella scheda sull'illuminazione, sono meno performanti e quindi sarebbero necessari più lampade neon per avere un adeguato rapporto w/l. Visto il maggiore numero di lampade rispetto alle plafoniere T5, le T8, molto più economiche se considerate singolarmente, sono a conti fatti molto più dispendiose e non permettono di ottenere la stessa resa. Se si incontrano difficoltà nel montaggio della plafoniera, di per sé molto semplice, questa guida presa da Mondo Tropicale (Sito partner di CPItalia) potrebbe risultare utile.

Un accessorio, apparentemente superfluo, ma di fondamentale importanza, è senza dubbio il riflettore. Si tratta di un pannello di alluminio, o rivestito da esso, che va posizionato sopra i neon, o le lampade E27. Solitamente è in dotazione a qualunque plafoniera, ma nel caso non fosse compreso, o nel caso si opti per una plafoniera artigianale, si possono acquistare separatamente. È possibile posizionare uno o più riflettori, anche posti obliquamente rispetto ai vetri laterali, rivolti verso il basso, in modo da fornire in maniera più diffusa la luce. Ecco una serie di link riguardanti gli accessori satelliti delle plafoniere:

Strumentazione aggiuntiva

Oltre all’illuminazione, un fattore determinante per un terrario di piante carnivore è il riscaldamento. In commercio troviamo diversi accessori per quest’ultimo, dai riscaldatori a penna a quelli a cavetto. Senz’ombra di dubbio il migliore in termini di resa è quello a cavetto. [url=http://www.aquariumline.com/catalog/hydor-hydrokable-cavo-riscaldante-acquari-terrari-watt-p-4495.html]Cavetto riscaldante da 100 watt[/url]. È possibile acquistare anche il termostato per una regolazione della temperatura. [url=http://www.aquariumline.com/catalog/hydor-hydroset-elettronico-modello-display-p-9751.html]Termostato con display[/url].

Il montaggio del cavetto è molto semplice. È possibile agganciarlo al fondo con delle ventose oppure siliconarlo con silicone acetico. Per evitare l’antiestetico effetto serpentina, un buon accorgimento è quello ricoprire il fondo con uno strato di ghiaia, gravelit o torba, anche per evitare che la superficie calda del cavetto venga a contatto con i vasi o con le nostre mani.

Questi sono i principi fondamentali per l’allestimento di un terrario, riscaldato e ben illuminato. Ovviamente la scelta delle plafoniere e degli accessori aggiuntivi è del tutto ad appannaggio del coltivatore, e questa guida si vuole porre come modello al quale ispirarsi o trarre consigli.