Sarracenia psittacina

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Sarracenia psittacina
Psittacina2.jpg
Nome scientifico: Sarracenia psittacina
Nome comune: psittacina
Famiglia: Sarraceniaceae
Distribuzione: Georgia,Alabama, Florida, Mississippi, Louisiana (USA)
Habitat: paludi e zone acquitrinose
Tipo di trappola: ad ascidio



Introduzione

Sarracenia psittacina è una pianta carnivora appartenente al genere Sarracenia.
La sommità ricurva dell’ascidio, che richiama nell’aspetto il becco di un comune pappagallo, in greco antico psittakòs, dà il nome alla specie.

Nome comuni più diffusi

Gli anglofoni sono soliti chiamare questa specie "Parrot pitcher plant", a sottolineare la somiglianza degli ascidi col becco di un pappagallo.


Habitat e Distribuzione geografica

L’area su cui sono distribuite le principali popolazioni di Sarracenia psittacina è piuttosto estesa: dalla zona costiera della Georgia, lungo tutta la Florida (in particolare a Nassau e nella Contea di Baker) fino in Alabama, nel sud del Mississippi e della Louisiana (nei distretti di St. Tammany e Tangipahoa). Spesso l'areale si sovrappone a quello di altre specie, e non sono rari ibridi naturali tra S. psittacina e S. rubra, tra S. psittacina e S. alata e tra S. psittacina e S. minor var. okefenokeensis.

La Sarracenia psittaccina presenta un habitat simile a quello di altre tre specie: S. minor, S. leucophylla e S. alata. Vive generalmente in prati umidi e torbiere caratterizzate dalla presenza di arbusti a foglie caduche o sempreverdi (pini). Il terreno è sempre piuttosto umido, e spesso si ha l’adiacenza di un lago o un torrente.
Lungo il corso del fiume Mississippi, per esempio, è possibile ammirare delle popolazioni di Sarracenia psittacina, ma anche di altre specie (soprattutto la Sarracenia alata, con cui non sono rari ibridi naturali). Molto spesso può capitare che improvvisi acquazzoni trasformino questi prati in veri e propri acquitrini in cui tutte le piante che vivono basse e prostrate a suolo trascorrono diversi giorni sommerse.
La S. psittacina è appunto una di esse, ma grazie alla sua particolare conformazione (ascidi in posizione quasi totalmente orizzontale ed adiacenti al suolo) permette all’acqua di entrare nella trappola introducendo numerosi insetti e animaletti d’acqua che diventano la fonte primaria di cibo in questi periodi.

Sarracenia psittacina range.png


Clima

Il clima è temperato, molto simile a quello che abbiamo al centro Italia (ma con precipitazioni elevate in estate e scarse in inverno, esattamente l'inverso che da noi).
Durante i mesi estivi le temperature diurne oscillano tra i 25-30° Celsius con picchi occasionali di 35°. Le temperature minime invernali si aggirano sugli 0° gradi, ma possono scendere anche fino ai -10° senza creare particolari difficoltà alle Sarracenie. Tuttavia periodi prolungati a temperature al di sotto di quest’ultima sono da evitare in quanto la pianta potrebbe risentirne. In pratica il clima assomiglia al nostro, con la sola differenza rispetto a noi che le precipitazioni sono rovesciate, elevate in estate e rare in inverno: di conseguenza estati molto umide e inverni asciutti.

Descrizione

Sarracenia psittacina
Dettaglio dell'ingresso dell'ascidio
Dettaglio interno ascidio: notare la fitta peluria
Fiore di S. psittacina







La Sarracenia psittacina è una pianta che produce una sola tipologia di foglie: le trappole, propriamente dette ascidi, tramite cui cattura gli insetti e ne trae nutrimento. Gli ascidi, come accade anche per la Sarracenia purpurea, emergono da un rizoma semiinterrato interrato e sono disposti a rosetta, in posizione quasi del tutto orizzontale.
Queste due specie sono accomunate anche dal fatto che non producono phyllodia e che ogni ascidio può resistere anche per più di un anno intero, rimanendo perfettamente integro ed in funzione anche durante la stagione invernale.
Gli ascidi di una pianta adulta non superano generalmente i 25-30 cm di lunghezza; solo in alcuni casi (particolarità di alcune popolazioni del Mississippi e dell’Okefenokee) possono superare i 30 cm.
La parte superiore dell’ascidio è molto particolare perché presenta una struttura a forma di cupola che all’apparenza richiama quella di una Darlingtonia californica. Priva pertanto di un vero e proprio opercolo, forma un piccolo orifizio sul lato rivolto verso il centro della rosetta. Questa "bocca", l’unica apertura dell’ascidio, ha il bordo (ovvero il peristoma) rivolto all’interno, cosa che la differenzia da tutte le altre specie del genere Sarracenia, che hanno un peristoma ben pronunciato e visibile all'esterno. Sul labbro interno della bocca è secreto il nettare che attira le prede.
Sul lato dell’apertura l’ascidio è percorso longitudinalmente da un’ala larga circa 5-8 cm che svolge la funzione di fotosintesi clorofilliana. In condizioni di carenza di luce quindi la psittacina non produce phyllodia (come detto sopra), ma semplicemente produce ascidi phyllodiformi con un'ala maggiormente pronunciata. La superficie della cupola è cosparsa di areole, delle vere e proprie "finestrelle" prive di clorofilla e semi-trasparenti, che permettono il passaggio della luce. Questo sistema, condiviso anche con Sarracenia minor e Darlingtonia californica, è in grado di ingannare gli insetti: come avremo notato, gli insetti non hanno la percezione del "trasparente" (ecco spiegato il motivo per il quale le mosche si ostinano a sbattere contro il vetro di una finestra nonostante l'anta accanto sia aperta), e quindi non si accorgeranno di avere sopra di loro una zona in realtà chiusa.
Ecco che quindi li vedremo, una volta finito il pasto zuccherino, puntare con decisione verso la luce, sbattendo invece contro l'interno della "cupola" e finendo in fondo all'ascidio.
L’interno della trappola è provvista di fitti peli direzionati verso il punto di crescita; hanno la funzione di “guidare” la preda verso il basso, ma soprattutto creano una fitta rete che impedisce la risalita. È interessante notare che questo tipo di trappole è particolarmente adattata alla predazione acquatica. Infatti per la sua struttura (ascidi proni a terra), la pianta è portata a trascorrere alcuni giorni quasi o completamente sommersa dopo grandi piogge; in quei casi la trappola con i suoi peli si comporta come una rete da pesca per insetti o piccoli animali acquatici.
Gli insetti terrestri più comuni di cui si nutre la psittacina sono generalmente quelli che camminano su suolo: per esempio formiche, ragni ecc. Le principali prede acquatiche invece sono i girini. Il fiore, prodotto dalla pianta in primavera, ha la struttura ad ombrello tipica del genere Sarracenia ed ha una colorazione rossa molto intensa.
Lo stelo floreale raggiunge normalmente i 50 cm di altezza. Sono state isolate varianti anthocyanin free, dotate quindi di fiore verdino/giallo limone.


  • Curiosità: nel caso la S. psittacina venga coltivata immersa in sfagno vivo, si noterà una fatto molto particolare, condiviso anche con alcuni esemplari di S. purpurea: il punto di crescita verrà mantenuto dalla pianta costantemente in superficie, crescendo in altezza (anche per diversi centimetri) di pari passo con la crescita dello sfagno vivo.



Ciclo vitale

La S. psittacina è una pianta perenne. Tuttavia il mutamento delle stagioni interviene sullo sviluppo della pianta. Osserviamone a grandi linee i comportamenti durante l’anno.


  • Primavera

In primavera, come tutte le sarracenie e moltissime altre piante carnivore, anche la Sarracenia psittacina si risveglia con l’innalzamento delle temperature. Inizia così a produrre numerosi ascidi: dopo un lungo periodo di riposo (inverno) la pianta ha infatti recuperato tutte le forze. Parte di queste energie sono destinate alla produzione del fiore. In tal caso la Sarracenia rallenta per qualche mese la quantità d’emissione di giovani ascidi, per tutto il tempo necessario alla pianta a ultimare la fioritura. Una volta che il fiore è stato impollinato (tarda primavera) ed ha iniziato il processo di maturazione (che si riconosce per la perdita dei petali e l’ingrossamento dell’ovario), la pianta recupera il suo vigore.



  • Estate

L’estate è la stagione più produttiva di ascidi. Per quanto riguarda il fiore, nell’ovario continuerà la maturazione dei semi ed arriverà ad ultimarsi con l’inizio dell’autunno.
Nel periodo a cavallo tra fine Estate ed inizio Autunno, come di consueto anche per le altre Sarracenie, può presentarsi una seconda fioritura stagionale. Questa fioritura è però spesso abortiva (il fiore non si apre proprio) o comunque molto meno vigorosa rispetto a quella primaverile: lo stelo floreale spesso non supera i 10 cm in altezza ed il fiore non è molto fertile, quindi si consiglia di tagliarlo e far risparmiare energie alla pianta in vista del riposo vegetativo, per poi godersi, alla primavera successiva, la fioritura primaverile.



  • Autunno


Durante l’autunno la S. psittacina produce ancora ascidi, anche se meno belli rispetto a quelli estivi. Il fiore ormai è appassito e l’ovario è giunto al capolinea della maturazione:i semi, ormai maturi, cadono a terra (inizia il periodo della stratificazione naturale). Accade tuttavia che qualche seme germogli prima, obbligando le nuove plantule appena nate ad affrontare le basse temperature.

Il progressivo abbassamento delle temperature induce una preparazione al riposo vegetativo e in conseguenza il rallentamento della produzione di ascidi.



  • Inverno

Con la diminuzione delle ore di luce e l’abbassamento delle temperature, la S. psittacina rallenta fino ad interrompere la produzione di ascidi. Durante i mesi più freddi anche il colore degli ascidi cambia leggermente: come accade per altre diverse piante carnivore che mantengono gli ascidi intatti anche durante l'inverno (tra cui la Sarracenia purpurea o la Darlingtonia californica), il freddo induce la pianta a difendersi dal gelo tramite massiccia produzione di antociani, manifestando una colorazione più tendente al rosso.

Coltivazione

Si coltiva come le altre piante del genere Sarracenia


Malattie e parassiti

Come tutte le Sarracenie, anche la S. flava è soggetta ad attacchi da parte di funghi quali:

E di parassiti quali:




Variabilità

La psittacina mosta una buona variabilità, sia in termini di colorazione (che può essere più o meno rossa) che in termini di areolature (più o meno estese).

Nella zona dell'Okefenokee swamp, nel sud-est della Georgia ( la stessa di S. minor var. okefenokeensis), si ritrovano gli esemplari più grandi di S. psittacina, spesso definiti "Giant", con ascidi oltre i 40 cm di lunghezza.

Sono stati inoltre isolati esemplari Anthocyanin free.

Sarracenia psittacina anthocyanin free

Voci correlate


Autore: Anatol "Drosero89" Bruschi - Er Biconzo

fonte img:cpphotofinder/pabxks.com/ Utenti CPItalia