Riparazione ascidio di Nepenthes
Indice
Introduzione
Chi si cimenta nella coltivazione di Nepenthes all'aperto, almeno una volta avrà trovato un ascidio lacerato da qualche insetto tipo vespa o similare, nel mio caso mi è capitato più di un ascidio forato.
Osservando gli ascidi nel tempo ho notato che quelli lacerati seccavamo molto più in fretta rispetto a quelli sani.
la mia osservazione è giunta a due personali teorie, che cercano di spiegare l'essiccamento degli ascidi lacerati:
La prima teoria è quella più semplice e si basa sulla perdita del liquido digestivo dovuta al buco provocato dall'insetto. Con la perdita di liquido l'ascidio rimane semi asciutto e non può digerire le prede che se anche catturate riescono ad uscire attraverso il foro.
La seconda teoria è più complessa e si basa sull'ascesa dell'aria, nel foro fatto dall'insetto passa aria che per effetto della lunghezza dell'ascidio scorre al suo interno e fuoriesce dal lato dell'opercolo (effetto Venturi), questo flusso ventilato asciuga l'interno dell'ascidio con conseguente disidratazione dello stesso.
Da queste osservazioni è nata una bizzarra idea e cioè chiudere in qualche modo la falla creata dal vorace insetto e far riprendere la funzionalità digestiva dell'ascidio.
Pensando e ripensando mi è venuto in mente un prodotto che avevo utilizzato tempo fa per proteggere dei tronchi tagliati di una pianta da frutto. Il prodotto è ecologico, non è tossico e non è dannoso per la flora e per la fauna, si trova in barattolo sotto forma di pasta bituminosa emulsionata, è tixotropico (si definisce tixotropico un liquido che presenta la caratteristica di realizzare una ricostruzione della struttura quando viene lasciato a riposo per un certo tempo), di colore marrone scuro tendente al nero ed ha una densità tipo crema pasticcera(FIG 1). Il secondo prodotto è il classico mastice per innesti, anch'esso ecologico, non tossico e tixotropico (FIG2).
Chiaramente solo questo prodotto non è sufficiente per occludere il foro causato dall'insetto che solitamente è di circa mezzo centimetro di diametro. Per chiudere una superficie così ampia dobbiamo mettere un supporto dove la pasta bituminosa può aggregarsi, per rimanere nell'eco compatibilità ho pensato di utilizzare una garza di cotone sterile di quelle che si acquistano nelle farmacie.
Materiali e strumenti
- Pasta bituminosa emulsionata
- mastice per innesti
- Garza sterile di cotone
- Pennellino piatto a setole semirigide (vedi fig. 2)
- Forbici (vedi fig. 2)
- pinzette (vedi fig. 2)
Procedimento
Realizzazione patch
Ed ora passiamo alla pratica realizzando la "patch" per il nostro ascidio: Prendiamo la pasta e spargiamola sulla garza inzuppandola bene.
Dopo che la pasta si è asciugata bene, possiamo ritagliare la garza in modo da ottenere un dischetto poco più grande del foro che dobbiamo otturare.
Applicazione della patch
Nel mio caso il dischetto è ancora troppo grande e deve essere tagliato ulteriormente, fatto ciò si passa alla parte più impegnativa. Prendiamo un pò di pasta con il pennello, infiliamo nel foro il pennello con la pasta senza toccare i bordi della parete esterna e senza toccare la sponda opposta dell'ascidio. Ora con molta cura sfreghiamo il pennello sul bordo interno del foro come se dovete far uscire il pennello, in modo da lasciare un discreto quantitativo di pasta nei margini interni. Eseguite l'operazione su tutto il perimetro della lacerazione, questa operazione serve per formare una "guarnizione" dove attecchirà la garza (figura in basso a sinistra). Prima che la "guarnizione" si asciughi, dobbiamo applicare la garza sull'estremità del manico del pennellino, è sufficiente mettere un minimo di pasta sulla garza ed appoggiarla sull'estremità del manico. Ora mettiamo l'ascidio contro luce, con mano ferma dobbiamo calare il manico del pennellino con la garza attraverso la bocca dell'ascidio (lato opercolo), arrivati al punto della lacerazione appoggiamo la garza sulla "guarnizione" che abbiamo depositato poco prima, con leggerezza e senza movimenti bruschi attacchiamo bene la garza al perimetro del foro facendo una leggera pressione e ruotando il manico del pennellino per stendere bene la garza, controlliamo che la garza sia ben aderente alla faccia interna dell'ascidio (figura di destra).
Fate le cose con calma, la pasta inizia ad asciugare dopo 30-40 minuti, se la prima volta non ci siete riusciti ripetete le operazioni sopra descritte, compreso la "guarnizione". Se tutto è andato bene dovreste avere il seguente risultato.
Attendiamo che la pasta bituminosa asciughi, con temperature di 20-25 impiega circa un ora, potete verificare se completamente asciutta osservando il colore della pasta che deve essere di un nero profondo (vedi foto sopra). Adesso incominciamo a passare la prima mano, mettiamo l'ascidio in orizzontale intingiamo il pennellino nella pasta e tamponando leggermente con le setole riempiamo la garza, passate un pò di pasta anche nel perimetro esterno del foro, è importante tamponare leggermente e non spennellare. Potete ora rilasciare l'ascidio nella sua posizione naturale.
Fase 1
Di seguito la prima mano:
Lasciate che la pasta si asciughi, il risultato della prima mano è il seguente, sulla figura di sinistar le trame della garza si intravedono appena mentre su quella di destra si nota solo la pasta indurita:
Fase 2
Con la stessa tecnica precedente passiamo la seconda mano:
attendiamo che la pasta della seconda mano asciughi:
Fase 3
Passiamo la terza ed ultima mano sempre con la solita tecnica, mettendo questa volta uno strato più spesso. Questa volta attendiamo almeno 6-8 ore in modo che la pasta bituminosa si asciughi perfettamente. Passate le 6-8 ore possiamo fare la prova della tenuta stagna della nostra "pezza", con una siringa mettiamo dell'acqua da osmosi o piovana riempiendo l'ascidio a metà della sua lunghezza (Foto sotto).
Se abbiamo fatto un buon lavoro la vecchia lacerazione non perderà liquido. Dopo 6 (foto a sx) e 4 (foto a dx mastice) giorni ho verificato la bontà della riparazione ed ecco con sorpresa che l'ascidio è ancora pieno di liquido ed in piena forma, si intravede anche una preda piuttosto grossa su entrambe gli ascidi riparati che con la fotocamera non sono riuscito a fotografare in maniera ottimale.
Dopo 16 giorni la "patch" tiene bene e l'ascidio è in ottime condizioni e pieno di prede (foto sotto).
Sono passati 25 giorni, l'ascidio è ancora in piena attività e non risente minimamente della riparazione (foto sotto).
Risultato finale
Ora mai è passato un mese e ritengo che l'esperimento sia terminato con successo (vedi sotto), non pensavo che si potesse riparare un ascidio, ma a quanto sembra ci sono riuscito!
Buona patch a tutti !!!
Voci correlate
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Autore: Gianni "Prompt" Marcantoni
img: Gianni "Prompt" Marcantoni
pubb: Sonia80pi.